Problemi di calvizie? Cura per lui e per lei

I capelli sono da sempre il punto debole degli uomini. Anche i meno vanitosi, quando si accorgono che l’attaccatura delle tempie sta cominciando ad indietreggiare troppo e che una stempiatura naturale sta prendendo la strada della calvizie, senza esitazioni cercano di correre ai ripari. Ma la perdita dei capelli, e il problema della calvizie in generale, non è più una preoccupazione solo maschile.

È sempre più frequente, infatti, riscontrare casi di calvizie, anche grave, in molte donne. Le cause dipendono soprattutto dai ritmi frenetici della vita moderna. Stress, cattiva alimentazione, ma anche inquinamento e smog, contribuiscono ad indebolire il capello e lo portano alla caduta. Non sempre ci si accorge tempestivamente dell’inizio di questo processo. L’andamento segue infatti uno sviluppo graduale e procede attraverso degli stadi, più o meno prevedibili, classificati nella famosa “scala di Hamilton”. La recessione interessa inizialmente la regione fronto-temporale, diffondendosi poi sulla zona del vertice e risparmiando solo una stretta striscia di capelli a forma di ferro di cavallo, situata sulla parte inferiore della testa. Come gia ricordato, la calvizie non è un problema solo maschile. Molte donne soffrono di alopecia, una disfunzione che, in questo caso, può avere diverse cause: stagionale (effluvium), aerata, da ovaio policistico, alopecia androgenetica. Statistiche aggiornate indicano che il 35% della popolazione femminile in età fertile soffre di questo grave problema, mentre ancora maggiore è la porzione di donne nell’età della menopausa (50%). Le fasi della perdita dei capelli nella donna seguono in linea di massima quelle dell’uomo, con la differenza che la donna mantiene i capelli in corrispondenza dell’attaccatura: il diradamento si concentra pertanto sulla parte centrale della testa per poi allargarsi a raggiera.

Se per l’uomo la perdita dei capelli è sicuramente un problema, per la donna può rappresentare un vero e proprio trauma a livello psicologico, diventando fonte di insicurezza e frustrazione.

LE TECNICHE PIU’ INNOVATIVE DI CHIRURGIA TRICOLOGICA

Con le nuove tecniche di trapianto capelli è possibile programmare un reinfoltimento del cuoio capelluto personalizzato, che tenga conto delle diverse caratteristiche del paziente: sesso, età, forma del viso, ma anche personalità”! Rispetto al passato, inoltre, l’evoluzione chirurgica consente oggi di ottenere risultati naturali. I “nuovi” capelli crescono infatti nella stessa direzione di crescita della zona specifica in cui vengono trapiantati. L’autotrapianto monubulbare a mezzo laser CO2 pulsato, ad esempio, rispetto al tradizionale bisturi, consente una percentuale di sopravvivenza maggiore poiché i bulbi non vengono sottoposti ad eccessiva manipolazione. Con il laser vengono asportate dalla nuca una o due mezzelune di cuoio capelluto, dal quale vengono selezionati i bulbi. Con l’ausilio di una micropinza, questi vengono reimpiantati nella zona glabra, in una piccola fessura creata dal laser. “L’utilizzo del laser, in sostituzione del bisturi tradizionale ha come risultato aggiuntivo di consentire l’incisione lungo l’attaccatura dei capelli e di permettere pertanto la ricrescita secondo la naturale direzione della zona.” Grazie a tutti questi accorgimenti è possibile un’ottimale ridistribuzione della capigliatura ed una più celere e certa ricrescita. L’intera area alopecica potrà essere completata in due o tre sedute, distanziate di circa sei mesi l’una dall’altra”. Per accelerare i tempi del rinfoltimento, si può ricorrere alla tecnica combinata di “Scalp reduction” ed autotrapianto a mezzo laser. L’applicazione delle due metodiche consente attraverso la riduzione dell’area alopecica di limitare la procedura di autotrapianto.

PIU’ CAPELLI IN TEMPI RECORD!

Tecniche meno invasive e risultati più naturali (sparito l’intestetico “effetto bambola”), ma anche tempi chirurgici più ridotti e ricrescita veloce dei “Nuovi” capelli. Ma non solo: il completo reinfoltimento del cuoio capelluto è realizzabile addirittura in una sola seduta, con la nuovissima tecnica di Hair transplant megasession. In luogo del laser, tale metodica utilizza un innovativo drill microchirurgico, il Trilix, messo a punto dal dottor Pallaoro, per mezzo del quale è possibile ottenere in un’unica seduta un trapianto anche di 2.000 elementi, senza ricorrere ad escissioni del cuoio capelluto. I vantaggi sono indubbi: interventi meno invasivi, tempi di ricrescita ancora più veloci (poche settimane) e maggiori garanzie di risultato. Il bulbi donatori vengono prelevati con il Trilix singolarmente dalla nuca e trapiantati – sempre con lo stesso drill – nella nuova sede senza bisogno di ricorrere a suture o ad adesivi cutanei. “A differenza degli altri tipi di autotrapianto  qui non avviene nessun processo di cicatrizzazione, pertanto il cuoio capelluto non riporterà, nell’eventualità che la perdita di capelli non si fosse stabilizzata, le tracce dell’intervento”.