L’utero è l’organo muscolare cavo, a forma di pera, situato al centro del bacino della donna; ha la funzione di consentire l’annidamento all’uovo fecondato. La cavità uterina è collegata con la vagina tramite la cervice, e con l’addome per mezzo delle tube uterine. Gli interventi chirurgici più comuni sull’utero sono il raschiamento e l’asportazione.
Raschiamento
Il raschiamento dell’utero viene fatto, soprattutto, in caso di metrorragie (emorragie uterine che non hanno nulla a che fare con il ciclo mestruale) o di aborto spontaneo. È il ginecologo, attraverso la visita, a stabilire la necessità dell’intervento. Nella prassi, viene fatto con ricovero ospedaliero, ma può essere fatto anche in regime di “day hospital”.
La preparazione
A casa: viene spesso richiesta un’ecografia dell’addome inferiore.
In ospedale: vengono fatti i controlli di routine preoperatoria.
L’intervento
È necessaria l’anestesia generale. L’intervento dura circa 10-15 minuti e non è doloroso.
• il chirurgo allarga la cervice (collo dell’utero) per arrivare alla cavità uterina e raschiare (con uno strumento apposito, la “curette”) il materiale che deve essere asportato (sangue o residui ovulari) insieme a parte della mucosa.
La convalescenza
Ci si può alzare dal letto dopo poche ore. Se c’è stato ricovero, si viene dimessi il giorno dopo l’intervento. Nei casi di raschiamento per aborto spontaneo, viene talvolta prescritta una cura a base di farmaci anti-emorragici per i 34 giorni successivi., si ha un recupero completo nell’arco di una settimana. È meglio evitare irrigazioni e rapporti sessuali per circa 14 giorni. Una visita di controllo è consigliata dopo 30-40 giorni (in assenza di qualsiasi disturbo) . Il raschiamento dell’utero (in assenza di complicanze) non impedisce successive gravidanze.
Asportazione
L’asportazione dell’utero è ritenuta necessaria, di solito, nei casi di fibromi che danno molti disturbi oppure di sospetti tumori maligni (in questo caso vengono asportate anche le ovaie).
La preparazione
A casa: ecografia dell’addome inferiore.
In ospedale: l’intervento richiede sempre il ricovero. Si eseguono i controlli di routine pre-operatoria.
L’intervento
L’asportazione dell’utero viene fatta in anestesia generale; l’intervento dura 60 minuti circa. Il chirurgo pratica un’incisione sull’addome (di solito trasversale per i fibromi e longitudinale se si deve asportare anche parte degli organi vicini all’utero, cioè tube e ovaie); apre il peritoneo e raggiunge l’utero, che viene poi “scollato” dai tessuti sottostanti e asportato. La ferita sull’addome viene, quindi, suturata.
E il chirurgo può anche, se possibile, decidere di asportare solo il fibroma, che è un tumore esclusivamente benigno: in questo caso l’intervento si chiama miomectomia. La scelta dipende dal singolo caso, dalle dimensioni del fibroma e anche dall’età della persona: se si tratta di una donna che desidera una gravidanza, per esempio, si tenta sempre di salvare l’utero.
La convalescenza
Dopo l’asportazione dell’utero (o del solo fibroma) per i primi due giorni viene applicato un catetere vescicolare. Ci si può alzare, spesso, la sera stessa dell’intervento e le dimissioni avvengono alla quarta giornata. Si prendono farmaci antibiotici per 3-4 giorni. Fino a che non si recupera la piena mobilità, si deve seguire una cura a base di sostanze anti-trombotiche. Si ha un recupero completo nel giro di 10 giorni.
• e possibile che ci siano perdite vaginali o di sangue nelle due settimane successive all’intervento. Per 4 settimane non si deve fare il bagno e dopo 8 settimane circa si possono riprendere i rapporti sessuali.