Ad esserne colpito e il 20-30% degli italiani. una nuova definizione della disfunzione apre però la strada a nuovi studi e terapie.
Lo scorso luglio è stata pubblica sul “Journal of Sexual Medicine” la nuova definizione di “eiaculazione precoce”, che apre nuove prospettive di approccio e di gestione di un disordine sessuale molto diffuso tra gli uomini. Secondo il Comitato ad Hoc della International Society of Sexual Medicine, gruppo costituito dai principali esperti internazionali di medicina sessuale, l’eiaculazione precoce è “una disfunzione sessuale maschile caratterizzata da un’eiaculazione che sempre o quasi sempre si verifica prima di o entro un minuto dalla penetrazione vaginale; dall’incapacità di ritardare l’eiaculazione in tutte o quasi tutte le penetrazioni vaginali; con conseguenze personali negative, come ad esempio ansia, preoccupazione, frustrazione e/o l’astensione dall’intimità sessuale”.
I dati ufficiali parlano di circa il 20-30% della popolazione maschile che soffre di eiaculazione precoce, ma si tratta di un valore sottostimato. A nascondere il problema, secondo gli andrologi, non sono solo i pregiudizi che spesso hanno la meglio sul desiderio di risolvere la situazione, ma anche la lentezza con la quale l’uomo decide di rivolgersi ad un medico. Con il risultato che in otto casi su dieci gli uomini preferiscono l’astinenza. E quel 20% di popolazione maschile che va dallo specialista, lo fa in media dopo due anni dall’inizio dei disturbi. Eppure l’eiaculazione precoce è un problema di salute come tanti altri, che si può affrontare e risolvere con successo.
“L’International Society of Sexual Medicine compie un passo importante nell’ambito della medicina sessuale poiché una definizione univoca può consentire una più omogenea identificazione dei pazienti ed un intervento più adeguato, con il miglioramento della qualità di vita di milioni di persone – spiega il Dott. Giuseppe La Pera, Consigliere SIA e Andrologo dell’Azienda Ospedaliera San Camillo Forlanini di Roma – E’ una definizione innovativa perché è centrata sul paziente. Per la prima volta si è tentato di dare una definizione globale della disfunzione, e questo avrà nell’immediato futuro un forte impatto sia clinico sia epidemiologico, perché permetterà da un lato di individuare le persone realmente sofferenti, dall’altro di sviluppare studi clinici su basi comuni, con l’obiettivo di analizzare anche le possibili alternative terapeutiche.”
Un questionario per la diagnosi
Il primo passo importante è la diagnosi: non si parla di eiaculazione precoce quando l’episodio è isolato ed è legato ad una particolare situazione. Chi ne è affetto non riesce a controllare il passaggio dello sperma nel canale uretrale, laddove non è più possibile frenare l’emissione del liquido seminale.
“Quando questo processo si ripete spesso o sempre, l’uomo raggiunge l’orgasmo in tempi accelerati rispetto al suo desiderio reale – continua La Pera -Uno studio internazionale del 2007 ha dimostrato che la media in questi pazienti è sotto i tre minuti. Ci sono però casi gravi nei quali l’eiaculazione si manifesta ancora prima della penetrazione, oppure pochi secondi dopo. In tutti i casi, il rapporto risulta evidentemente insoddisfacente sia per l’uomo, sia per la sua compagna.”. Il questionario “PEDT – Premature Ejaculation Diagnostic Tool” aiuta il medico ad identificare gli uomini che possono avere problemi con una eiaculazione troppo precoce durante l’attività sessuale.
Si tratta di 5 domande con risposta multipla. A ciascuna risposta è assegnato un punteggio. Il punteggio totale registrato al termine del questionario rivela se si tratta di un uomo con EP certa, probabile o assente.
Eiaculazione precoce: Cause
L’EP può essere determinata da cause diverse: si è sempre pensato che nella maggior parte dei casi alla base ci fosse un problema psicologo, ad esempio uno stato di stress continuo. Un’altra paura piuttosto diffusa è l’ansia di non riuscire a portare a conclusione il rapporto, caratteristica degli adolescenti ai loro primi incontri sessuali. Il disturbo può essere anche il segnale di un problema di coppia. In realtà oggi gli specialisti danno molta importanza alle cause organiche.
“Le infezioni o le infiammazioni dell’apparato genitale giocano un ruolo importante – spiega Vincenzo Gentile, Presidente della Società Italiana di Andrologia – Tra queste la prostatite e la vescicolite, cioè un’infiammazione della ghiandola prostatica e delle vescicole seminali, sono le maggiori responsabili. Uno stato di infiammazione cronica, cioè presente da molti mesi, altera la trasmissione nervosa dal pene al cervello e viceversa, per cui non arrivano, oppure arrivano tardi, i comandi relativi al controllo dell’eiaculazione.” Inoltre, sebbene non vi sia ancora certezza scientifica, alcuni studi recenti hanno dimostrato che un’altra causa di eiaculazione precoce può essere individuata nell’i-pertiroidismo. In questa patologia vi è un aumento della funzione della ghiandola tiroidea che determina l’aumento degli ormoni tiroidei nel sangue.
Di conseguenza, tutte le funzioni del corpo sono “accelerate”: si dorme di meno, si consumano più energie e si può manifestare per l’appunto anche l’eiaculazione precoce. Ci sono circostanze in cui la causa va rintracciata nell’ignoranza e nella cattiva informazione. Gli uomini con EP non sanno, infatti, che devono trattenere l’eiaculazione attivando i muscoli che ne regolano il controllo, con la contrazione della muscolatura perineale e perianale. Non si tratta perciò di un problema psicologico ma di un problema di informazione o di incapacità a muovere proprio quei muscoli, questo dato ribadisce l’importanza dell’educazione alla salute sessuale tra gli adolescenti.
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