Chirurgia estetica: Moneta di scambio per Berlusconi?

MILANO – Tutto “in serie” il trattamento per le ragazze delle notti del premier ad Arcore. Non soltanto le buste di denaro contante regalate (come quella da 20.000 trovata in una delle perquisizioni il 14 gennaio), le auto comprate (almeno 13 per 280 mila euro), le collane comprate in blocco (ad esempio 100 dello stesso tipo per complessivi 240.000 euro), il pagamento degli affitti di appartamenti nello stesso complesso all’Olgettina. Ma anche interventi di medicina estetica presso lo stesso dottore sardo al quale si sono affidate, per «punturine da 300 euro» a naso o labbra o seno o natiche, almeno 7 delle ragazze maggiorenni che l’accusa ipotizza siano tra quelle prostituitesi con il presidente del Consiglio.

Nato in Venezuela, 34 anni, studio ad Alghero e da qualche mese anche a Milano in corso Como, in una intervista a Sassari& Hinterland il dottor Giacomo Urtis si è descritto come «il dermatologo del figlio di Barbara Berlusconi», anche se, interpellato a Londra dal Corriere, ridimensiona in «ho fatto solo delle consulenze dermatologiche d’estate quando sono in Sardegna». Aggiunge di occuparsi «dei clienti vip» quali «i personaggi televisivi del circuito di Lele Mora», della cui sorella è amico, e «sono entrato in un circuito molto chiuso di alta fascia, ho iniziato a lavorare per i Duchi di Kent, per il Principe di Lussemburgo, per Hermès e i proprietari della Vuitton». Il suo call center smista le aspiranti pazienti ad alcune decine di chirurghi «a contratto» in cambio di una percentuale sulle clienti, praticando anche trattamenti economici dilazionati nel caso in cui la cliente possa magari alimentare il passaparola.

 

Proprio con questa dinamica sarebbero arrivate a Urtis le almeno 7 ospiti delle notti di Arcore. Agli inquirenti interessa nulla delle opzioni estetiche delle ragazze: preme invece verificare se anche questi interventi siano stati pagati da Berlusconi, o direttamente (tramite il suo tesoriere Spinelli) o indirettamente (con l’utilizzo da parte delle ragazze dei “suoi” contanti).

 

Il dubbio è alimentato da alcune intercettazioni. In una telefonata notturna di gennaio una ragazza, che al telefono si lamenta del ritardo di Spinelli nel pagarle come al solito l’affitto mensile, si sente rispondere dalla sua interlocutrice: «Comunque io mi voglio rifare il sedere». «Amò, ma ti rifai le punture da Giacomo?». «No, mi voglio far proprio il definitivo». «Eh ti conviene, perché ormai spendi altri soldi per che cosa…». «Però me lo devono pagà», dice l’una. «Come hanno fatte tutte le altre il seno, tu non fai il seno ma fai sotto», concorda l’altra. «Speriamo che mi dà l’ok qualcuno». E l’amica ridendo: «Fai fare il preventivo e lo porti lì, cioè basta, quanto ci vuole? Io ho fatto così per fare la finta lipo, 10.000 euro eh».

 

Ma Urtis, nello svelare di essere stato interrogato dal pm Ilda Boccassini, afferma che «i miei sono trattamenti da poche centinaia di euro e a pagarli erano le ragazze. Cosa voleva sapere il pm? Soprattutto se tra le mie clienti ci fossero state le due minorenni, Ruby e Iris: ma io non le ho mai conosciute».

 

Dal Corriere della Sera