È la formazione di numerosi diverticoli (tessuti che cedono formando un “sacchetto”) nella mucosa dell’intestino. Di solito, questa malattia riguarda la parte sinistra del colon. Normalmente, si trattano con una cura medica e l’esame specifico per accertarne la presenza è la colonscopia. Si ricorre all’intervento chirurgico solo quando i diverticoli provocano forti disturbi; in pratica nei seguenti casi:
– quando ci sono tentativi di perforazione dell’intestino; w quando c’è una ricorrente infiammazione dei diverticoli (diverticolite) con dolori e, talvolta, ripetute emorragie;
– quando si forma una stenosi (restringimento di un tratto dell’intestino provocato dall’infiammazione di alcuni diverticoli), che impedisce il buon funzionamento dell’apparato intestinale.
La preparazione
A casa: 5 giorni prima del ricovero, iniziare a prendere disinfettanti intestinali (per esempio, a base di rifaximina); inoltre si deve seguire una dieta alimentare priva di fibre.
Due o tre giorni prima dell’intervento, è necessario pulire l’intestino con purganti (questo può essere. Fatto a casa oppure in ospedale).
In ospedale: esami di routine pre-operatoria (esame completo del sangue, elettrocardiogramma, rx torace).
L’intervento
L’intervento chirurgico consiste in una resezione (asportazione) del tratto interessato dell’intestino. È necessaria l’anestesia generale.
- in laparoscopia, si praticano 4-5 mini-incisioni: il chirurgo introduce prima la sonda a fibre ottiche dall’incisione vicino all’ombelico; controlla lo stato dell’intestino e poi introduce gli strumenti chirurgici e recide il tratto interessato dai diverticoli.
- dopo aver chiuso i vasi sanguigni che irrorano l’intestino da asportare, con suturatrici meccaniche, si elimina il tratto intestinale malato attraverso un’incisione della parete addominale e si uniscono infine i due capi dell’intestino rimasto con una cucitrice meccanica.
- con l’intervento tradizionale, il chirurgo pratica un’incisione sull’addome per arrivare all’intestino e asportare la sezione interessata dal disturbo. Poi, riavvicina le due estremità dell’intestino e le sutura a mano o con la cucitrice.
La convalescenza
Dopo l’intervento, spesso ci si può rimettere “in piedi” la sera stessa (con qualche difficoltà in più se l’operazione è stata fatta con tecnica tradizionale). Alla persona viene applicato un sondino naso-gastrico che drena eventuali secrezioni dello stomaco.
- si deve rimanere a digiuno i primi 6-10 giorni (l’alimentazione viene fatta attraverso flebo) e si può lasciare l’ospedale dopo 10-12 giorni circa.
- è necessaria una cura a base di antibiotici (dai 3 ai 6 giorni nei casi non complicati); fino a che la persona non recupera la completa mobilità. Viene anche seguita una profilassi trombo-embolica, con sostanze (per esempio, a base di nadroparina calcica) che evitano la formazione di trombi.
- una volta a casa, si può riprendere l’alimentazione normale, reintroducendo gradualmente le fibre.
- la ferita rimargina in 7-10 giorni (in meno tempo nel caso della laparoscopia).