Di giorno si conduce una vita tranquilla e normale sotto tutti i punti di vista, mentre di notte emergono istinti strani e insospettabili. E’ quello che capita a chi soffre di “sexsomnia”, che si dedica al sesso mentre dorme, senza averne traccia alcuna nella memoria al momento del risveglio.
Il russamento è un’altro fattore che altera la salute durante il sonno e che può causare diversi effetti indesiderati ed aumento di rischio di malattie gravi.
Sono stati gli anglosassoni a battezzare con il termine “sexsomnia” (in italiano “sessuosonnia” o “sessosonnia”) una rara patologia che si presenta come una sorta di variante del sonnambulismo. Come riporta la rivista di divulgazione scientifica britannica “New Scientist”, le indagini sulla sexsomnia – dagli addetti ai lavori definita anche Sexual behavior in sleep (SBS) – nella quale, in persone in apparente stato di sonno, sono state identificate varie forme di attività erotica fino a rapporti sessuali veri e propri, non sono facili molto probabilmente anche perché chi ne soffre ne è talmente imbarazzato che ha difficoltà a parlarne con il medico. Ciò che ha insospettito gli scienziati, però, è il fatto che questi particolari sonnambuli, al mattino, non ricordano proprio nulla della loro attività notturna.
DI CHE SI TRATTA
Molti esperti inquadrano la sindrome nell’ambito del sonnanbulismo, ma chi ne soffre resta a letto invece di alzarsi e camminare. A differenza del sonnambulismo – che colpisce dal 2 al 4 per cento degli adulti – la sexsomnia, che interessa maggiormente gli uomini con meno di 35 anni, è ritenuta piuttosto rara, anche se un sondaggio fatto nel 2005 in Canada suggerisce che i casi siano più frequenti di quanto si possa pensare.
Sebbene come sottolinea il dottor Mark Pressman, specialista del sonno al Lankenan Hospital di Wyn-ne-wood, Pennsylvania, “la maggior parte delle volte il sesso nel sonno avviene tra persone che sono già partner”, non meravigliano le accese polemiche sorte a seguito della pubblicazione, su un’autorevole rivista di medicina, di un articolo del dottor Irshaad Ebrahim, direttore del London Sleep Center, in cui si cita il caso giudiziario di un imputato assolto da tre accuse di violenza sulla base della diagnosi di “automatismo dovuto a comportamento sessuale sonnambulistico”.
Come si può facilmente intuire, quindi, il panorama diagnostico e terapeutico che riguarda la sexsomnia è piuttosto complesso e si sta cercando di mettere a punto una procedura clinica per riconoscere la sexsomnia nei casi legali in cui i malati vengono accusati di aggressione sessuale. Ad oggi, per questa malattia non c’è cura. L’unico rimedio sembra essere quello di una terapia psicologica da compiersi con medici specializzati nei disturbi delsonno e del sonnambulismo, che aiuti ad individuare i fattori scatenanti (di solito problemi di natura emotiva o disturbi del sonno) cercando di tenerli sotto controllo e risolverli.
CHE FARE… IN PRATICA?
Il professor Michael Mangan, psicologo all’Università del New Hampshire negli Usa, nel 2000 ha realizzato il sito www.sleepsex.org per dare informazioni, fornire approfondimenti, scambiarsi esperienze (alcune delle quali raccolte in un libro acquistabile on line) ed aiutare i diretti interessati. In Italia, sottolineano gli esperti, il sonnambulismo colpisce il 5 per cento della popolazione, mentre di sexsonnia soffre un italiano su cento. Ma come comportasi di fronte ad un sonnambulo, che riveli di soffrire di sexsonnia? Prima di tutto è importante non tentare di contrastarlo, né di svegliarlo, ma piuttosto rassicurarlo e se possibile, accompagnarlo a letto.